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Discorso Sindaco 25 Aprile

Buongiorno a tutti.
Saluto le autorità religiose, le autorità civili e militari, i membri del Consiglio Comunale che con me condividono l’impegno amministrativo per Concorezzo.
Saluto tutte le associazioni presenti, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, la Protezione Civile e gli Alpini presenti oggi con le loro bandiere. Saluto Il corpo bandistico musicale che accompagna la cerimonia e che fa la prima uscita ufficiale dopo il periodo di restrizione dovuto al covid. Saluto soprattutto tutti i cittadini concorezzesi, quelli presenti e quelli che sono con noi collegati da remoto a causa delle restrizioni in vigore.

Il 25 aprile rappresenta per l’Italia intera un momento di rinascita e di consapevolezza. La consapevolezza di essere un popolo. Da questa data in poi è infatti partito il processo di formazione della nostra nazione.

Dallo scorso anno la data di oggi ha assunto un significato nuovo, complementare a quello tradizionale. Un significato di riscoperta della libertà che non è più legata solo a un nemico che occupa un territorio come accaduto per noi italiani con l’occupazione nazista. La parola libertà rappresenta, dal 2020, e per tutti noi ora più che mai, un obiettivo, una meta da conquistare e da tutelare. E se nel 1945 le armi e la consapevolezza identitaria sono stati gli strumenti per raggiungere quella libertà dal nemico, ecco che anche in questo 2021 la consapevolezza continua a rimane lo strumento principale per tornare davvero liberi. La consapevolezza della responsabilità individuale per il benessere e la salute collettiva.

Questa pandemia se da una parte ci ha tolto la libertà di fare, vedere, viaggiare, frequentare e purtroppo in tanti casi anche di lavorare, dall’altra ci ha consegnato una libertà più intima. Ci ha reso infatti liberi di mostrarci anche bisognosi di aiuto. Il covid ha tolto tanti tabù. Il tabù della malattia ad esempio. Per riuscire ad arginare i contagi abbiamo imparato a condividere le nostre debolezze e le nostre difficoltà.
La pandemia ci ha regalato la libertà di chiedere aiuto. E’ difficile farlo ma abbiamo imparato che certe volte non è possibile fare altrimenti, riscoprendo il dono di vivere in una comunità coesa e liberale che è frutto anche delle conquiste di quel lontano 25 Aprile.
La pandemia ci ha permesso il lusso di sentirci liberi di mostrarci anche deboli e fragili. E di scoprire quanta solidarietà c’è accanto a noi. Di quanta amicizia e di quante mani tese siamo circondati.
Soprattutto chi ha vissuto l’isolamento per covid può testimoniarlo. Un sacchetto con il pane fresco lasciato davanti alla porta da un amico, le medicine consegnate a domicilio da un volontario della Protezione civile, un giornale sul davanzale della finestra lasciato da un vicino di casa, la spesa consegnata dagli Alpini. Gesti apparentemente piccoli ma che in situazione di isolamento hanno assunto per tanti di noi un significato grande, vitale.
Una libertà quindi di mostrarci senza sovrastrutture che ha aumentato il senso di fiducia e di vicinanza verso il prossimo.

E oggi, a poche ore dalle riaperture attese e conquistate, quello che possiamo e dobbiamo fare è riprometterci di onorare la libertà della consapevolezza dei nostri limiti e dei nostri bisogni che abbiamo imparato a conoscere e ad accettare.

Ecco allora che il prossimo 25 aprile festeggeremo a pieni polmoni finalmente liberi, consapevoli e intimamente vicini.
Ed ecco allora che in mezzo a mille difficoltà, soprattutto in questo ultimo anno, possiamo comprendere l’impegno e il sacrificio che i nostri avi hanno profuso per donarci la libertà e ancor di più capiamo il privilegio di essere liberi e spero abbiamo maturato la consapevolezza che ognuno di noi, anche con piccoli gesti, deve contribuire alla tutela della propria libertà e al rispetto di quella altrui.
W la Libertà !